Articoli dal periodico mensile LA TORRE MASSETANA ottobre 2020
Il rullo dei tamburi e lo squillo delle chiarine ci hanno accolti al nostro ingresso in Piazza Duomo in occasione della festa di S. Cerbone, Patrono di Massa Marittima e della Diocesi.
Festa sempre celebrata con un gran concorso di popolo costituito, oltre che dai Massetani anche dai fedeli provenienti da ogni parte della Diocesi, essendo san Cerbone patrono anche di tutta la diocesi. Ma i “mala tempora” in cui viviamo non lo hanno permesso, questo anno, in quella misura a cui ci eravamo abituati. Ciò nonostante la celebrazione è stata svolta secondo i consueti moduli, con il rispetto delle disposizioni sanitarie sul distanziamento.
Quest’anno è stato ospite d’onore Monsignor Giuseppe Sciacca, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, che è stato accolto sul sacrato della Basilica Cattedrale, insieme a tutte la altre autorità, dal nostro vescovo Mons. Carlo Ciattini.
Tutti gli ospiti si sono intrattenuti sul sacrato del duomo assistendo con soddisfazione al saluto e allo spettacolo della Compagnia sbandieratori e musici della Società dei Terzieri.
Sull’altare sfavillavano gli imponenti candelabri d’argento ed in alto il busto del Santo.
Erano presenti tutte le autorità civili e militari della città e della diocesi, nell’impossibilità di citarli tutti ricordiamo il sindaco Marcello Giuntini, l’On. Luca Sani, il Tenente dei carabinieri Giannetti, presente anche una delegazione dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. A tutti il nostro Vescovo S.E. Carlo Ciattini ha rivolto il consueto indirizzo di saluto, nominandoli uno ad uno. E la lista era lunga. La suggestiva processione introitale dei sacerdoti provenienti da tutta la diocesi ha preceduto la solenne concelebrazione eucaristica, presiduta dal vescovo Sciacca e concelebrata dal nostro vescovo, dal vicario generale Mons. Marcello Boldrini, dal parroco don Mirko Selwa e da tutti i sacerdoti intevenuti.
L’amore per il prossimo, che si traduce negli atti concreti dell’accoglienza e della comprensione, è stato il tema portante dell’omelia di S. E. Sciacca. “Il Signore è fedele per sempre” e dobbiamo corrispondervi con la nostra condotta che “deve essere senza malizia”.
Il vescovo Sciacca ha condotto poi le
sue riflessioni a commento delle letture. Ogni cristiano è chiamato ad essere esempio per il suo prossimo e “divenire il sale della terra” che dà gusto al mondo e testimonia la sua missione spirituale. In questi nostri tempi in cui si è affermata “una visione materialistica” della nostra vita, l’esempio di S. Cerbone può costituire un valido punto di riferimento.
La liturgia è stata arricchita dal coro diretto da don Filippo Balducci e accompagnato all’organo da Michele Ginanneschi.
Al termine della concelebrazione S. E. Mons. Ciattini ha ringraziato tutti i presenti per la partecipazione e si è soffermato su quanto la storia ci tramanda della vita di S. Cerbone “che ebbe a sperimentare la malvagità degli uomini”, citando l’episodio dell’orso che, invece di sbranarlo come avrebbero voluto i suoi nemici, si chinò a leccargli i piedi. Ha aggiunto inoltre che è il cuore la sorgente della vera ospitalità, che si impara alla scuola di Cristo.
Una breve pausa conviviale offerta dal vescovo Ciattini a tutti i partecipanti ha fatto da intermezzo fra la celebrazione mattutina e quella del pomeriggio. AMBO
Sabato 10 ottobre Massa si è svegliata al suono dei suoi tamburi e sullo squillo delle sue chiarine intrecciato a quello a distesa delle campane della Basilica Cattedrale che annunciavano il giorno di festa in onore di san Cerbone patrono dell’antica diocesi di Populonia, oggi Massa Marittima-Piombino, e della nostra cittadina. Sono stati proprio gli sbandieratori e musici della Compagnia della Società dei Terzieri Massetani a dare il benvenuto ad autorità e cittadini. Un risveglio quanto mai gradito in un anno di lockdown dove anche Terzieri e musici sono stati messi a tacere.
Una festa quella del santo patrono che come tutte le feste patronali combina profondi valori religiosi e civili, dove sacro e profano si intrecciano riportando alla luce attraverso riti, segni e simboli, la storia, la tradizione e la cultura dell’intera comunità.
In altro articolo abbiamo parlato dei significati più strettamente religiosi e degli aspetti legati alla diocesi di cui la celebrazione mattutina ne è eloquente espressione.
Nel pomeriggio come da consolidata tradizione, dismesse le vesti diocesane, Massa ha indossato i suoi abiti.
Il pomeriggio è iniziato con la seconda esibizione degli sbandieratori molto apprezzata e applaudita. La Compagnia dopo qualche anno di difficoltà pare abbia ritrovato nuovo entusiasmo con la guida del nuovo Maestro delle bandiere Riccardo Cappellini e grazie all’attaccamento e la passione di molti veterani sbandieratori e musici, che si stanno impegnando per potenziare l’organico con nuove leve a cui trasmettono l’arte della bandiera. Tanti infatti i giovani e giovanissimi che si sono avvicinati alla Compagnia e in questa occasione hanno fatto la loro prima esibizione.
Il corteo storico partito da piazza Cavour ha percorso il corso principale e piazza Garibaldi per poi entrare nella Basilica Cattedrale per la cerimonia del dono del cero e del censo.
Ad accogliere i Terzieri il vescovo Carlo Ciattini, il parroco don Mirko Selwa, il clero in servizio a Massa e la Cattedrale vestita a festa con le bandiere dei Terzieri.
All’inizio della cerimonia il sindaco Marcello Giuntini e il rettore Angelo Soldatini hanno porto il loro saluto al Vescovo ed ai presenti cui ha risposto il vescovo Carlo Ciattini.
Dopo l’invocazione delle litanie dei Santi e la recita dei secondi vespri si è tenuta la cerimonia, ricca nella simbologia, che ha rinnovato l’antica tradizione. Tanti i segni da cogliere, non fine a se stessi, ma espressione di profondi valori:
il piviale indossato dal vescovo con i simboli di Massa e dei Terzieri, donato dalla Società dei Terzieri al successore di San Cerbone, segno di amicizia e di appartenenza a questa Comunità; il dono del censo al vescovo simboleggiato dal Grosso d’argento, la moneta coniata a Massa Marittima nel XIII secolo che porta sul conio san Cerbone, simbolo dell’affrancamento del Libero Comune, ma anche il contributo che la città dava per la costruzione e il mantenimento della Chiesa; l’offerta del cero, segno di devozione del popolo massano a San Cerbone, acceso e benedetto dal vescovo e posto poi di fronte alla preziosa arca di Goro di Gregorio, un’opera di immenso valore artistico.
La cerimonia è stata conclusa con la processione di tutte le autorità e figuranti intorno alla tomba di san Cerbone di fronte alla quale ardeva il braciere dove ognuno ha contribuito all’alimentazione ponendo una parte di incenso. Un momento di particolare suggestione e significato, di comunione, partecipazione spirituale, invocazione per la protezione della città e cura delle anime. Infine la benedizione su tutti con la preziosa reliquia del dito di San Cerbone. A.S
La festa di san Cerbone, Patrono della diocesi e della città di Massa Marittima è sempre stata la giornata che unisce il passato al presente, la tradizione alla storia, assumendo numerosi significati.
La giornata del santo Patrono, pur avendo nel profondo significato religioso la sua centralità e importanza, incontra anche aspetti sociali, culturali, della tradizione e della storia della nostra cittadina, come del resto sono tutte le feste patronali di ogni città dove il sacro e il profano si intrecciano.
Ognuno di noi è chiamato ad operare affinchè questo appuntamento annuale sia sempre più sentito e partecipato. Molto hanno fatto i nostri rispettivi predecessori consegnandoci queste tradizioni.
A noi la responsabilità, ma anche il piacere, di tramandarle e magari studiare modi per svilupparle per rendere questa giornata sempre più partecipata e sentita.
La festa del santo Patrono è sempre stata la giornata che unisce tutta la nostra cittadina che si riconosce come comunità nei suoi valori religiosi e civili.
Crediamo che sia comune desiderio di tutti il bene della nostra cittadina e confermare l’impegno per far cresce in ogni sua aspetto la vita della città.
La Società dei Terzieri ha sempre collaborato e risposto positivamente agli inviti rivolti da Istituzioni, Enti, Associazioni. Così anche quest’anno, pur nelle dificoltà causate dall’emergenza sanitaria, la Società ha partecipato alla tradizionale festa.
Organico della Compagnia Sbandieratori e musici
Sbandieratori
Jacopo Bargelli, Simone Cini, Fabio Ciampelli, Denise Cornelio, Jennifer Cornelio, Lidia Maria Dragan, Roberta Gori, Enea Gorelli, Giancarlo Lolini, Enrico Lolini, Diego Lolini, Cristiano Masselli, Giorgia Mazzei, Giulio Noci, Sandro Orlandini, Federico Petri, Michele Radi, Rudy Renzi, Ilaria Rosticci, Michelle Santini, Stefano Sili, Gino Schifano, Pietro Sirca, Vera Tosoni.
Tamburini
Noela Boscaglia, Guenda Capaccioni, Alice Faelli, Martina Grassini, Simone Martini, Irene Machetti, Giada Serenari,
Irene Sarcoli, Leonardo Vecchioni, Anna Vinciarelli,Greta Zanchini,
Chiarine
Agnese Bartolozzi, Edoardo Fagiolini, Paolo Gaspari, Silvano Ghini, Giulia Mazzolani, Vittoria Salvadori,
Nel suo breve intervento il Sindaco Marcello Giuntini, dopo aver ringraziato il Vescovo Carlo Ciattini e La Chiesa Massetana per la possibilità di parlare alla comunità massetana che si ritrova insieme nella Solennità di San Cerbone ha passato in rassegna le ultime annate della festa facendo notare come ogni anno l’evento abbia portato sempre situazioni nuove, nel 2015 la riconsegna alla comunità della Cattedrale restaurata, nel 2016 l’incontro con i balestrieri volterrani, nel 2018 e 2019 il Balestruzzo finalmente portato in piazza Garibaldi, nonché da un paio d’anni a questa parte “Farina del tuo sacco” il mercato legato alle produzioni tipiche, soprattutto cerealicole organizzato dall’associazione delle “Brutte Persone”.
Di questo susseguirsi di eventi il Sindaco ha sottolineato la vitalità di una comunità cittadina ed in particolare si è soffermato a ringraziare chi ha collaborato per la riuscita della festa nonostante il difficile momento legato alla ripresa dei contagi da Coronavirus. “Ricorderemo il 2020 – ha detto – mai si erano viste le manifestazioni religiose e le sfilate storiche con le mascherine, simbolo al tempo stesso della paura dei contagi e della voglia di non arrendersi”. Continuando nel suo ragionamento Marcello Giuntini ha evidenziato come in questo anno la percezione della pandemia oscilli tra la paura, a volte persino irrazionale, e la superficiale sottovalutazione del rischio per la salute dei cittadini.
Il Sindaco ha poi invitato tutti alla responsabilità, affermando che le difficoltà si affrontano insieme, facendo ognuno la propria parte con senso civico, fidandosi delle istituzioni, senza fideismi né polemiche ad ogni costo: “Senso di responsabilità e condivisione – ha concluso – valgono e servono più delle sanzioni, che pure sono uno strumento ma risolvono molto meno dell’impegno personale e del senso di comunità di cui abbiamo bisogno tutti e che ci rende fieri del nostro essere massetani”
Dopo il saluto e i ringraziamenti al vescovo e al sindaco il rettore ha così continuato: “Desidero ringraziare anche tutto il popolo dei Terzieri, i loro consigli, i priori, i membri del Magistrato per il loro costante impegno. Un ringraziamento particolare ai figuranti di oggi, a voi qui presenti, per la partecipazione a questo rito e a questa giornata di festa che coniuga numerosi aspetti della vita religiosa e civile della nostra città. Grazie a voi che con coraggio avete sfidato paure e superato dubbi in questo tempo di pandemia. Ci accingiamo a concludere questo anno difficile che ci ha posto interrogativi non indifferenti sulla nostra vita personale e comunitaria. La Società dei Terzieri per la prima volta nei suoi 60 anni di vita non ha potuto disputare le due edizioni del Balestro del Girifalco, i due balestruzzi e abbiamo dovuto annullare tutta l’attività agonistica e sociale.
E’ stato un grande dispiacere ed una grande sofferenza. Ci dispiace per chi non ha capito le ragioni delle sospensioni dell’attività agonistica, ma non potevamo fare altrimenti. Questa assenza sulla piazza, questa non visibilità, lascia pensare che per la Società dei Terzieri sia stato un anno di riposo. Contrariamente a quanto si possa pensare o possa apparire, non è stato un anno di riposo.
L’anno è stato caratterizzato da un impegno, ancora in corso, dovuto all’adeguamento societario alla nuova normativa sul Terzo settore che riguarda tutte le associazioni di volontariato e promozione sociale, che porterà ad un cambiamento epocale per la nostra Società.
Vogliamo ricordare in questa giornata di festa che la Società dei Terzieri compie quest’anno il suo Sessantesimo anno di fondazione ed ininterrotta attività. Un anniversario che avremmo voluto festeggiare in altro modo ma impossibilitati dall’emergenza sanitaria in corso. In questa giornata ricordiamo i nostri padri fondatori che dal loro impegno, dalla loro passione, dall’amore per questa nostra città seppero inventare il Balestro del Girifalco e la Società dei Terzieri.
La Società dei Terzieri fu costituita il 20 luglio 1960, e il 21 luglio fu eletto il primo Magistrato. Il primo Balestro si disputò il 12 giugno 1960. Desidero ricordare altre date che fanno parte della nostra storia: il 25 aprile 1959 la Cavalcate a Roma da parte dei Terzieri in costume in pellegrinaggio dal Papa Giovanni XXIII. Nel mese di giugno del 1959 la visita a Sansepolcro dell’avv. Tommaso Ferrini, dott. Moeris Fiori e Renato Piccioli a cui seguì il 27 settembre 1959 una gara in piazza Garibaldi dei balestrieri di Sansepolcro che si sfidarono con i colori dei nostri Terzieri a cui seguì la consegna delle prime balestre da parte dei balestrieri biturgensi ai massetani. E infine il 23 marzo 1973 la firma dell’atto costitutivo di associazione con atto notarile.
La festa di san Cerbone, Patrono della diocesi e della città di Massa Marittima è sempre stata la giornata che unisce il passato al presente, la tradizione alla storia, assumendo numerosi significati.
La giornata del santo Patrono, pur avendo nel profondo significato religioso la sua centralità e importanza, incontra anche aspetti sociali, culturali, della tradizione e della storia della nostra cittadina, come del resto sono tutte le feste patronali di ogni città dove il sacro e il profano si intrecciano.
Ognuno di noi è chiamato ad operare affinchè questo appuntamento annuale sia sempre più sentito e partecipato. Molto hanno fatto i nostri rispettivi predecessori consegnandoci queste tradizioni.
A noi la responsabilità, ma anche il piacere, di tramandarle e magari studiare modi per svilupparle per rendere questa giornata sempre più partecipata e sentita.
La festa del santo Patrono è sempre stata la giornata che unisce tutta la nostra cittadina che si riconosce come comunità nei suoi valori religiosi e civili.
Credo che sia comune desiderio di tutti il bene della nostra cittadina e confermare l’impegno per far cresce in ogni sua aspetto la vita della città.
La Società dei Terzieri ha sempre collaborato e risposto positivamente agli inviti rivolti da Istituzioni, Enti, Associazioni.
Crediamo che il patrimonio di esperienze e tradizioni debba essere consolidato e tramandato è questo l’unico modo per ricordare e ringraziare i nostri padri fondatori e tutti coloro che ci hanno preceduto con l’esempio, l’impegno e la passione per questa nostra città che noi oggi amiamo come loro amarono.
Anche il Torneo di San Cerbone, gara individuale di tiro con la balestra, è stato contagiato dal covid19.
La tradizionale gara non ha potuto svolgersi in costume in piazza nel pomeriggio del 10 ottobre. La Società dei Terzieri non ha voluto perdere anche questo appuntamento. Pertanto il torneo è stato organizzato domenica 11 ottobre in borghese nel campo di tiro del Terziere di Borgo. Il maestro delle balestre, Francesco Bini con i nunci dei Terzieri ha organizzato la competizione.
Purtroppo le adesioni non sono state molte solo diciasette i balestrieri che hanno partecipato.
Ha vinto Giovanbattista Zanchini, secondo si è classificato Roberto Betti, terzo Tommaso Pesci.
Questo l’elenco completo dei partecipanti in ordine di tiro:
Fabio Fidanzi,Tommaso Pesci, Francesco Bini, Marcello Paolini, Giovanbattista Zanchini, Samuel Gambassi, Tommaso Pazzini, Luca Iacometti, Leonardo Da Frassini, Marcello Benini, Gianni Gori, Riccardo Bernardini, Gregorio Noci, Roberto Betti, Simone Gorelli, Mauro Benini, Luano Toninelli.
Il tradizionale premio, un piatto di ceramica, raffigurante san Cerbone è stato realizzato da Elisa Martini